Quando ho scoperto di
aspettare un bimbo con la Sindrome di Down, è come se avessi
ricevuto, oltre al pugno in faccia, anche un biglietto per un
viaggio.
Dopo lunghe consultazioni
noi abbiamo fatto i bagagli e siam partiti, all'avventura in
territori sconosciuti, senza l'aiuto del grande entusiasmo che di
solito accompagna le partenze.
Trovarti ad
affrontare la disabilità ti costringe ad un cambiamento di
prospettiva così enorme e improvviso, che sembra di essere
catapultati in un mondo parallelo.
Prima eri nel Mondo
di qua, felice di essere
nuovamente mamma, poi ti ritrovi nel Mondo
di là, e
così felice non sei più.
E' sicuramente un viaggio
emotivo, ma può spaventare il fatto che sia una gita che dura tutta
la vita. E ti viene il dubbio che sia un esilio.
All'inizio è nebbia,
tutte le emozioni ne sono avvolte e non si riesce ad orientarsi.