venerdì 16 dicembre 2011

Strategie di sopravvivenza: il metodo Freezer



"Cuori gelati" di Biondazzurra, dicembre 2011, usando Sketchbook  su  iPhone del papà 

C'è una raffinatissima strategia di sopravvivenza che io uso da sempre, da molto prima di incontrare la Sindrome di Down sul mio cammino.
È il “metodo Freezer”.
Va usato solo in occasione di dolori profondissimi, extra-ordinari, per superare momenti altrimenti insuperabili. Non va mai usato nella quotidianità, per emozioni negative e piccole questioni e questo perché ci sono controindicazioni pesanti, che possono annientarti. A me viene spontaneo da sempre e la teorizzazione che ne faccio ora è possibile grazie ad anni e anni di dura applicazione e sperimentazione.
Il metodo di per sé è molto semplice, difficile è la messa in opera e la gestione nel tempo. Non è un metodo per tutti, serve un'innata capacità di autocontrollo.
Si fa così: quando mi trovo davanti ad un dolore assoluto, di quelli che ti regala la vita, io piango. Molto.
Per qualche giorno piango e grido e mi incazzo e non mi lavo e non mangio e cose così. Mi concedo il tempo di sfogare tutto il dolore. Dopo qualche giorno, quando vedo che le lacrime sono meno copiose e la rabbia è meno cattiva, anche solo per sfinimento fisico, decido che è ora di smettere.
Prendo le mie emozioni, quelle negative, e le infilo dentro nel mio freezer interiore, che si trova fra il cuore e il cervello. Questo non le annulla, perché continuano ad essere lì, ma le raffredda, toglie loro un po' di forza.
E io mi rialzo.
E continuo a vivere, magari con un po' più di tristezza, in attesa che il tempo passi e ritorni il mio consueto buonumore.
Nel frattempo la porta del freezer deve rimanere chiusa. È necessario anche controllare che non ci siano spifferi e prestare molta attenzione alle occasioni in cui quella porticina potrebbe aprirsi da sola. Se apri, lo fai a tuo rischio e pericolo.

Credo che il mio primo utilizzo consapevole di questo metodo risalga a 13 anni fa, a quando è morto mio padre. Era anziano, aveva vissuto pienamente una vita intensa, ma era il mio papà.
Non ci capivamo, perché a volte quelli troppo uguali entrano in conflitto e, anche se aveva 82 anni non eravamo ancora riusciti a instaurare un dialogo soddisfacente. Semplicemente non lo facevamo. Poi lui è morto e ha portato via con sé la possibilità di cercarlo questo punto di contatto, anche affettivo.
Io ho applicato il metodo, mi è venuto proprio spontaneo come se nella vita non avessi fatto altro che quello. In tre giorni ero in piedi, bella vispa, pronta a sorreggere la mia mamma che barcollava come una barchetta nello stagno.
Non sorridevo e non ridevo ma sembravo d'acciaio. Invece ero congelata e, si sa, il ghiaccio è duro.

L'unico inconveniente è che il ghiaccio si scioglie.
L'ho imparato a mie spese. Dopo aver riempito ben bene il mio freezer interiore con tutti i lutti e le mie cocenti delusioni, mentre scorrazzavo felice per la vita con la faccia di plastica di quella che sa tutto, mi è capitato di piantarla due tre volte nel muro quella faccina.
Ad esempio, ai funerali di conoscenti, di quelli che ci vai anche un po' per cortesia verso chi resta. Arrivavo contrita ma non disperata; durante la funzione qualche lacrima composta, in cimitero un fiume in piena, inarrestabile.
Gli altri mi guardavano stupefatti dall'amore che mostravo.
Il fatto è che tutte quelle imbarazzanti lacrime non erano solo per il defunto lì presente, erano le lacrime per tutti i miei morti, tutti quelli di cui avevo congelato il dolore in freezer.
Può succedere. Se lasci spazio alla commozione, capita come un cortocircuito e salta la corrente e, anche se la porticina è chiusa, il contenuto inizia a scongelarsi.

Negli anni, ho migliorato questo metodo, man mano che l'esperienza mi offriva nuovi spunti. Innanzitutto c'è un livello massimo di riempimento, raggiunto il quale devi iniziare a svuotare qualcosa. Raggiungere quel livello è molto rischioso e lo sconsiglio.
Un atteggiamento più funzionale e pratico, che io applico con costanza, è quello di aprire il freezer nei momenti in cui non ci sono problemi cocenti, ma regna una fresca calma, e selezionare i cubetti (in freezer le emozioni diventano cubetti, è chiaro) più vecchi, che sono stati li a riposare e che racchiudono emozioni che hanno perso virulenza. Li tiri fuori, uno alla volta, li lasci scongelare e guardi quello che ti raccontano.
Solitamente questo metodo permette di guardare le cose del passato con occhi nuovi, cogliendo nuovi aspetti. Non è detto che non si soffra, anzi, è quella la chiave del cambiamento, ma soffri meno, soffri quando decidi tu di scongelare.
Non è un metodo infallibile e ci sono così tante variabili in gioco che il risultato può essere una sorpresa. Ribadisco però che non va usato nella quotidianità, dove è meglio affrontare o accettare l'emozione e sfogarla subito, ognuno secondo la propria indole, senza accumulare inutili surgelati di poco conto, che lo spazio non è poi tanto.

Davanti all'evento inatteso, quello nefasto, che rischia di atterrarti, quello di fronte a cui pensi che la vita è ingiusta e che è troppo per te, allora diventa un metodo di reazione maestoso, che ti permette di rialzarti in breve tempo.
L'ho usato tante volte e ora il mio freezer è bello pieno, nonostante lo abbia svuotato da tante cose del passato meno recente e sia ligia nell'estrarre un cubetto alla volta di quello più recente.
Consiglio questo metodo senza dubbio per l'elaborazione di:
  • lutti
  • delusioni serissime d'amore
  • delusioni lavorative enormi.
Può essere inoltre un modo valido per affrontare, ma solo in un primo momento, alcune situazioni spiacevoli e per iniziare il lungo percorso di accettazione
  • del fatto che tuo figlio ha la Sindrome di Down e anche un grave problema al cuore e chissà che altro.

Questo piccolo elenco non vuole esaurire tutte le applicazioni possibili ma, almeno per ora, esaurisce le mie.

 P.S. Il commento di Matteo, in dialetto, è stato: 
“Qua se passa dal pesciolino rosso a .... mè morti tutti!” 
(traduzione: "Qui si passa dal pesciolino rosso a ....mi sono morti tutti").
 Lo amo per questo. :)





45 commenti:

  1. Devo dire che un post meraviglioso come questo difficilmente si incontra nelle strade trafficate del web. Sei una persona davvera stupenda! Ma soprattutto un'ottimma interprete del metodo freezer. Senza saperlo credo di esserne affetta anch'io. Da un po' di tempo le batoste che mi stanno arrivando mi hanno obbligato ad applicare il tuo metodo (ma senza sapere che lo stavo facendo!). La tua tesi esplicata in maniera perfetta mi ha fatto sospettare qualcosa. L'altro ieri qualche cubetto ha cominciato ad uscite per un minimissima buona notizia. Tutti si sono preoccupati, ma era solo che qualche cubetto in fuga... Forse il freezer era troppo pieno.... Grazie.

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  2. Bellissimo post, sinceramente.
    Io il mio spazio dei "dolori" lo chiamo "compartimento stagno... ma in effetti è un po' come il tuo freezer. Certe volte ne sento tremare le porte spesse ed ho paura che esploda, ci sto mettendo dentro troppe cose, e presto dovrò necessariamente metterci mano. Mi terrorizza però, e consciamente, continuerò a rimandare finché le porte non espèloderanno, e tutto ciò che contengono mi seppellirà.
    Buongiorno eh :)

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  3. a volte i freezer non sono abbastanza capienti....ti abbraccio

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  4. uh. lo rileggerò. è bello, fa un po' male

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  5. guarda, abbiamo lo stesso metodo, ieri sembrava io piangessi perchè mia figlia aveva sporcato il pavimento. Ma non sono così matta. Era un lento riempimento di problemi cacciati nel freezer, non ultimo la sua asma, il fatto che i farmaci ne fanno una bambina ingovernabile e in grado di piangere per qualsiasi cosa e da li nel freezer ho trovato cose vecchie di anni che col pavimento avevano poco a che fare.Fortunatamente dopo rimane il mal di testa, ma ci si riprende..per qualche mese. Un abbraccione.

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  6. E alla fine arriva lui!!! Che con molta (qui mi servirebbe il tuo Matteo per mettere la parola giusta)ironia prende lo straccio e asciuga il pavimento bagnato dal scongelamento .... che COPPIA!!!

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  7. Bellissimo post, credo che tornerò a rileggerlo quando i miei dolori mi sembreranno delle montagne troppo grandi da gestire. Intanto ti ringrazio. A presto.

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  8. "raffinatissima tecnica" è dire poco secondo me. Hai descritto l'elaborazione del dolore e della sofferenza con una chiarezza che solo anni e anni di analisi fanno. Io non riesco a contenere il dolore, nè a calibrarne lo scongelamento. Da qui nasce il mio termine "inkazzoso". Nonostante l'esperienza nel campo, diciamo che i miei dolori si calcificano proprio e per cavarli fuori ci vogliono una miriade di pratiche magiche e non solo. Il pianto che scioglie e si scioglie è un dono, che non è a tutti concesso.

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  9. @ A TUTTE: ciao sono qui e ora provo a rispondere. Non posso nascondervi la delusione: notatemi però i dettagli, le piccole cose!!!!!!!!!!! eddai! il disegno di Biondazzurra l'avete visto?????? secondo me è la parte più commovente del post! :))))

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  10. @Barbara: Biondazzurra è una geek, probabilmente non riuscirei a sostenere una conversazione con lei, sarei inadeguata... niente niente non è che mi viene a sistemare ste cose tecnologiche in casa che g. ha ancora il veto?

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  11. spiazzata.... di nuovo!!! ma era così pregno il post che ci si perde il meglio = errore imperdonabile. ricominciamo:
    COOMPLIMENTI per il disegno di Biondazzurra ^_^ bellissimo!!
    "raffinatissima tecnica" è dire poco secondo me. Hai descritto l'elaborazione del dolore e della sofferenza con una chiarezza che solo anni e anni di analisi fanno. Io non riesco a contenere il dolore, nè a calibrarne lo scongelamento. Da qui nasce il mio termine "inkazzoso". Nonostante l'esperienza nel campo, diciamo che i miei dolori si calcificano proprio e per cavarli fuori ci vogliono una miriade di pratiche magiche e non solo. Il pianto che scioglie e si scioglie è un dono, che non è a tutti concesso.

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  12. ps: non capisco in che lingua ho scritto, spero che tu capisca lo stesso cosa voglio dire -.- e adesso riguardando i cuoricini lassù, mi sono sentita una capra.... e sì che sono anche belli colorati eh....

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  13. @ :))))))))))))))))))
    @La solita mamma: yes, inizia a scongelare qualcosina.... fallo per te :)
    @ Mamma_pasticciona vedo che sei molto consapevole. io non farei esplodere, svuota un pò anche tu dai...
    @dani: ne puoi comprare anche un altro :) non costa niente
    @stima: a me fa bene. pluralità dei punti di vista, diversità, e cose così
    @mammadifretta: mi consola che non sono l'unica diversa con il freezer dentro e fuori. grazie

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  14. @Augusta: sei un mito, tu! servirà un post sul valore dell'uomo giusto eheheheh
    @ma il cielo è sempre più blu : con i tuoi problemi provaci anche tu, non è detto che funzioni ma...

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  15. grazie a Stima e a Francesca, che subito mi guardano il dettaglio più importante!
    @stima: biondazzurra mette in difficoltà anche me. non parlo di lei perchè il confronto mi farebbe apparire tonta :)
    @Francesca O.M. io tendo a parlare solo di cose che so e sull'elaborazione del dolore son brava :) Son d'accordo con quello che dici, ma il pianto serve e se non viene da solo, dagli un aiutino. io faccio così: scegli il film, quello giusto, e poi ti commuovi e parti a piangere come un neonato. poi si sta meglio da matti.

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  16. ........ e grazie a tutte! pensavo che fosse troppo lungo e che nessuno l'avrebbe letto. Giusto a confermare che non capisco niente :)

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  17. Ho letto..riletto...e un cubetto si e' sciolto...e allora ho fatto i biscotti ed ora la casa profuma di cannella...grazie!

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  18. @Nick: oibò.... questo effetto non era previsto ma il rimediare a biscotti mi sembra geniale :)

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  19. Una stilettata nel cuore affondata con leggerezza, certo che le sai dire le cose... Io il congelatore l'ho svuotato, ma solo il tempo scioglie i cubetti. E ce ne vuole un casino.

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  20. @luciebasta: significa che ti faccio pauuuuuuuura? :) io "stiletto". ....il tempo.... a vent'anni non l'avrei scritto questo post, manco sapevo che avevo il freezer :) e non avevo nemmeno un blog!!!!!!!

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  21. è una metafora molto bella e non ti nego che ultimamente sta succedendo anche a me di lasciare scongelare qualche cosa. Oppure che si scongeli a tradimento, quando il freezer è pieno. Grazie che ci concedi tutto questo

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  22. @el -gae. ciao mi fa sempre molto piacere averti qui. non so però se è una metafora, non penso di essere così intellettuale, io la faccio veramente :) mi stupisco che valga anche per gli uomini, che si sa, sono diversi :)

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  23. grazie per esserti aperta ed avermi fatto scoprire una parte nascosta, molto nascosta, di te. grazie anche per il metodo, difficile ma utile!

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  24. A me è capitato anche il metodo "sto in un film". Improvvisamente, in pronto soccorso con pelloni di tre mesi e una porpora, vedevo tutto accadere a me e lui, ma da fuori. Da medico, mi vedevo già mesi dopo con un bambino ospedalizzato cronicamente, magari in dialisi, già organizzavo il congedo dal lavoro per malattia bambino, vedevo i colleghi che mi spiegavano complicanze. Organizzavo tutto, ma ad un'altra me.
    Per cose meno gravi della salute, che è il pensiero più importante della nostra vita, utilizzo spesso il metodo "un giorno ne riderò." Vale per le delusioni lavorative e quelle amorose. Cerco di stimare il tempo dopo il quale riuscirò a riderci sopra, se sarà mesi o anni, ma sicura - conoscendomi - che comunque ne riderò sopra e la cosa diverrà aneddoto del repertorio.
    Tu sei comunque una grande e questo post è bellissimo. Credo che ognuno di noi abbia in freezer vari cubetti di varia età, e delle volte bisogna proprio sbrinare!

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  25. @cire: prego, ma sei serissima!!! ti ho rattristato???

    @the pellons': sei preparatissima. e lo sai che la cosa del vedersi da fuori, è successo anche a me e all'ospedale????????? quando ce la farò, ne parlerò, perchè è una parte importante della mia storia ...... e anche organizzare il dopo che ti immagini. il metodo della stima del tempo per riderci su mi è nuovo. io di solito ci rido su sul momento, anche prima, giusto per tutelarsi... sei una grande donna :)

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  26. Oggi il tuo post è come una pulce nel mio orecchio. Leggerti mi ha fatto pensare al mio dolore e non al tuo (non me ne volere)
    Penso a quanto sono egocentrica, a come è facile perdersi nel proprio dolore e portarlo davanti a tutto, mi ha fatto molto pensare il fatto di non aver guardato le "finezze" del post.
    Barbara, che dire, io sono molto felice di poterti leggere, so che tu vedi cose, che io non noterei mai. grazie.

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  27. che belle parole barbara!è uno di quei post che rileggi con piacere perchè scritti con il cuore
    e che magari ti aiutano quando senti di non riuscire ad affrontare certe cose...invece il non sentirsi soli aiutare a metabolizzare tutto!

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  28. @Francesca. mi hai messo in difficoltà con questo commento. Ho dovuto pensarci un po'. Io volevo veramente dire questo: vi consiglio una stategia che io uso per il mio dolore, per vedere se anche voi la usate o la userete. Mi aspettavo anche che le persone, dopo questo, pensassero al loro di dolore (come è successo in altri commenti) non al mio. io parlo del mio, tu parli del tuo.
    però tu quasi ti scusi di non averlo fatto... Credo che se la sofferenza è davvero grande, come ad esempio quella assoluta di un lutto, bisogna concentrarsi in sè e perdersi in quel dolore, almeno per un po', per affrontarlo. Non va bene se questa situazione la si porta avanti all'infinito.
    e bisogna valutare l'entità del dolore...

    Mi fa piacere, tanto, che mi dici che noto cose che tu non noteresti, ma non è vero :) la tua sensibilità alle piccole cose e agli sguardi diversi l'hai già dimostrata con i racconti del signor cuore.
    Questa risposta mi ha fatto sudare.

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  29. @Laura: ehehe facciamo una bella banda "i freezer dentro". grazie :)

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  30. Conosco e applico il metodo ;-)
    Hai ragione ha controindicazioni pesanti se non hai un autocontrollo ferreo, ma anche se ce l'hai, perchè sarebbe innaturale e anche grave congelarsi sempre, si finirebbe per diventare insensibili.

    Mio padre molti anni fa, quando fui spezzata in un paio di occasioni, mi disse che io "mi spezzo ma non mi piego", che se vuoi è un'altra lettura delle controindicazioni del "metodo".

    Di recente ho versato lacrime inconsolabili per la morte del mio vicino di casa, un signore di mezza età ma gravemente malato, con cui avevo rapporti cordiali ma formali, eppure... quando l'ho saputo ho iniziato a piangere. E non potevo smettere. L'ho anche scritto sul mio blog, in un raro post personale.

    Però ci sto lavorando: ho deciso di non surgelare più, poi basta un'interruzione di corrente e ti ritrovi casa allagata di lacrime! Meglio mettere semplicemente in frigo, temporeggiare ma non troppo nell'affrontare certi dolori, dar loro voce prima che poi deflagrino dopo averne raccolti altri dal passato e presentino un conto salato. Mi ascolto, chiedo di farmi ascoltare se sento che è importante condividere e poi mi do un po' pace.

    Non funziona per tutto e certe cose sono davvero dure da affrontare, ma tanto prima o dopo il conto arriva e se congeli molto poi gli interessi sono salati...

    Un abbraccio e scusa gli sproloqui, tutte queste metafore per dire forse goffamente che empatizzo con te.

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  31. Il mio commento non era solo riferito al tuo post, era una considerazione a voce alta. Prima o poi cercherò di spiegare meglio quello che frullava e che frulla nella mia testa.
    Non volevo farti sudare!!!!
    Poi parlando del Signor Cuore, per me è stato il compagno di viaggio negli ultimi anni (e meno male che c'è) non avevo solo avuto il coraggio ancora, di farlo conoscere, ma questa è un'altra storia ;)

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  32. @Cì: il tuo commento è una risorsa. sono d'accordo con tutto quello che dici e mi accorgo che tu sei riuscita a dire alcune cose in più. Hai parlato delle conseguenze, del conto salato. Alcune cose è meglio metterle solo in frigo, qualche giorno, e poi affrontarle. "Mi ascolto" avrei voluto scriverlo io, ma lo hai scritto tu, e ti ringrazio per averlo scritto qui.
    questo è il senso dei vostri commenti per me, tutti preziosi, anche il più banale: aggiungono un qualcosa, un tassello, un punto di vista. Arricchiscono la mia visione e, se lo desiderate, anche la vostra.
    grazie Cì, grazie a tutti ;)

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  33. @Francesca: io volevo dire che sono contenta che tu mi abbia messo in difficoltà, mi hai spinto a pensare. Pensare è faticoso e fa sudare, ma sudare fa bene, si sa.
    Penso che tu sia una gran bella persona e che sei in cammino, come me, come tanti. Grazie che ci sei qui e su fb. Ma grazie davvero, non per dire :)

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  34. rattristato...diciamo che hai aperto una porta dolorosa, comunque e' sempre bello leggere quello che scrivi! :-))

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  35. barbara...i disegni della biondazzurra sono bellissimi.per quanto riguarda il freezer beh si.. concordo,anche se riesco a metterlo in pratica in parte..bacio bacio.

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  36. Il freezer funziona ma... Quando c'è troppa roba non raffredda più come dovrebbe. Un mega stra abbraccio... Devo soccorrere Simonetta!!!

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  37. @cire. ho capito :)
    @pink grazie per aver notato i disegni. Ne sono immensamente orgogliosa!!!
    @eu: giusta osservazione! io la simo, se gli piace così tanto, gliela regalerei al gatto...

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  38. Grazie Barbara, lo saprai c'è la vecchia regola del "osservare dall'esterno è sempre più semplice", anche se anche io mi sono immedesimata e ho aggiunto solo quello che mi hanno suscitato le tue parole. L'ascolto di se' stessi è per me una conquista recente, sarà per quello che mi è particolarmente caro :-)
    Grazie per questo bello scambio a te, e a tutti quelli che sono intervenuti.
    Buona giornata!

    ps: i disegni sono stupendi :-)

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  39. Il mio freezer ultimamente ha tanti spifferi. E' come se di quando in quando lo aprissi per un attimo, un po' per sbaglio ma soprattutto per caso, e così un po' di freddo e di ghiacciolini ne fuoriescono. E con loro tante tante lacrime. Ma poi chiudo in fretta e furia la porta anche per non rischiare di travolgere chi mi circonda. Succede anche che la porta venga aperta da Carlo, perchè si rende conto che ormai è troppo pieno e deve essere svuotato. E così mi aiuta a spalare il ghiaccio che si riversa a terra ....

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  40. @cì: hai ragione ancora. C'è stato uno scambio profondo, e forse ci sono ancora cose dire. Prendo nota :)

    @nigelle: non sapevo della situazione critica del tuo freezer. consiglierei a Carlo di tenere le mani a posto ;)) e a te di non pensare al pericolo che il ghiaccio travolga altri ma al fatto che se travolge te loro saranno ugualmente coinvolti. inizia a scongelare va...

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  41. Caspita mi sono ritrovata totalmente in questo post.
    Anch'io uso il metodo freezer (però lo chiamo "mettere nel cassetto") anche se dal mio ogni tanto scappa qualche spiffero.
    Quando ho avuto la diagnosi di mio figlio in gravidanza, dopo 2 settimane di smarrimento sono andata avanti a muso duro e purtroppo anche quando a me è mancato mio padre (14 mesi fa) ho cercato di sorreggere mia mamma fingendo di essere forte, ma anche se non mi strappo i capelli pubblicamente sento un vuoto enorme.
    Sono arrivata però alla conclusione che ogni tanto anche noi dovremmo concederci di crollare.

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    Risposte
    1. ciao Anna, che bello vederti qui. Ti ho scoperto ieri, grazie a Mammadifretta, e volevo venire a salutarti. E sei arrivata prima tu:)

      ti consiglio di adottare il mio metodo, molto più evoluto ;) con una sola annotazione: a me è anche capitato di crollare, non proprio che me lo sia concessa, ma capita. L'importante è rialzarsi.
      a presto!

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  42. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  43. Barbara, il metodo freezer l'ho attuato senza saperlo... forse è venuto naturale anche a me. Nonostante tutto, io non ho perso l'ironia. E la tanta voglia di vivere. E piango meno, anche da quando ho tanta rabbia. Quella la congelo e scongelo di settimana in settimana. ;-)

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    Risposte
    1. Giulia, sei un portento :) é un buon metodo quello di scongelare settimanalmente, ma ci vuole tanta forza e autocontollo. A volte gli eventi da affrontare sono così immensi che il metodo freezer può venire naturale,come è successo a te.
      Non so se l'ironia può salvare, ma è un grande grande aiuto. Avanti tutta :)

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I commenti mi piacciono assai.
Se vuoi dirmi qualcosa, io ti ascolto.
Se però vuoi che il messaggio mi arrivi davvero, è meglio se lo scrivi qui sotto ;)

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