In questi giorni c'è parecchio trambusto nella mia vita, perché
alle solite corse si è aggiunta l'inaugurazione di questo mio blog.
Io faccio sogni
grandissimi e sono anche una fastidiosa perfezionista, per cui dire
che mi sono complicata la vita con questa bella idea del blog è dire
poco.
Ho preparato dei post di
cucito, ho scattato foto, ho fatto liste e liste di possibili post
sulla mia vita di mammafattacosì, ho partecipato al mio primo
contest, sto impazzendo con Blogger, sono su Facebook ma non riesco
ad applicare il loghino sul blog …..eccetera eccetera.
Quando arriva un nuovo
commento mi emoziono, sono stupefatta, rispondo, vado a vedere altri
blog...
Il nocciolo della
questione, però, è che io non ho a disposizione tutto il tempo che
vorrei e, nel tempo a disposizione, sto facendo cose che, sì sono
utili, ma....
Il nocciolo della
questione è che mi ero riproposta di parlare anche della mia
esperienza di mamma di Killò, lo splendore che è qui sul divano
oggi con il raffreddore e la febbre che sta arrivando, e di parlare
quindi di Sindrome di Down.
E non lo sto facendo.
Sono riuscita a scrivere
poco su questo e quel poco non l'ho pubblicato.
Il nocciolo della
questione è che ci sto girando attorno, mi impegno in altro per
prendere tempo e faccio così perché HO PAURA. Tanta.
ho paura di non
trovare le parole giuste per esprimere quello che sento
ho paura che le
parole sbagliate feriscano qualcuno
ho paura di non
avere le capacità, anche umane, di affrontare un argomento così
difficile
ho paura di non
riuscire a limitare l'ironia e il sarcasmo che fanno parte del mio
essere
ho paura, mettendomi
a scrivere di questo, di rivivere il dolore che c'è stato
ho paura di espormi
Però.
In questi 3 anni e mezzo
ho imparato qualcosa sull'accettazione del diverso e ho imparato che
è un concetto che va a braccetto con l'accettazione di sé e voglio
provarci.
Voglio dirvi che so di
avere queste paure, perché le sento nello stomaco, e accetto che
ci siano, ma non voglio che mi impediscano di provarci.
Nei miei sogni di gloria
ho immaginato che passassero di qui una giovincella con il pancione,
in attesa di una bimba con la Sindrome di Down, o una mamma con in
braccio il suo neonato con la Sindrome di Down e che queste due
donne trovassero un conforto nelle mie parole.
Che trovassero scritto,
nero su bianco, che quei pensieri terribili che fanno, sono pensieri
normali, che ho fatto anche io, che fanno in tante, e che non
intaccano l'amore infinito che provano o proveranno.
Voglio che trovino un
messaggio di speranza.
A voi tutte, mamme
speciali e normali e medie e solo mamme, voglio dire che quando ho
iniziato a scrivere questo strano post, Killò era seduto sul divano,
con tutti i suoi libri di Barbapapà attorno, e li stava “leggendo”.
E io lo guardavo.
Io lo guardavo e non
pensavo: "è un bambino down".
Pensavo: “è un bimbo
con il raffreddore, con gli occhietti umidi che lacrimano, con la
candela gialla che pende, con la febbre”. E quando lui mi ha
guardata, mi ha sorriso e mi ha fatto ciao con la mano dicendo “Ao”,
ho pensato:
“è bellissimo ed è mio
figlio”.
Prima o poi, capiterà
così anche a voi, care mamma speciali :).