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venerdì 21 febbraio 2014

Ho perso la fede

Lo scorso week end ho fatto cose strane, molto inusuali per me.
Non sono andata in mari lontani, ne in cinema o teatri vicini, né ho dormito dieci ore di seguito, ma più prosaicamente, ho rovistato nelle immondizie, peraltro a mani nude.
Quando improvvisamente ti colpisce l’illuminazione, mica hai tempo di indossare guanti di gomma! Io mi sono lanciata nel bidone della carta, certa che avrei risolto il problema e ho palpato con perizia ogni fazzoletto usato e accartocciato e poi, ebbra di tante emozioni, mi sono tuffata nel bidone dell’indifferenziata. 
Sempre a mani nude.
Ho un sacco di coraggio e un certo stomaco, quando serve, comunque non c’era.

martedì 28 gennaio 2014

Stai soffice 2014

“Senti, ma perché non scrivi?”
“Mah, sai, scrivere non mi piace".

Risata.

“No, dai, così la spari troppo grossa, non è credibile. Riproviamo con qualcosa di più concreto".
”Sì, hai ragione. Dai riprova.”

“Senti, ma perché non scrivi?”
“Mah, sai, è che mi è scaduto l’antivirus e quello nuovo che ha voluto installare mio marito (contrario all’egemonia della Norton), ha problemi di non so cosa e non si installa, quindi non vorrei rischiare di giocarmi il pc.”

Risata.

martedì 17 dicembre 2013

Un mandarino per Voi

Ieri ho fatto il risotto.
Con la zucca e non solo.

È stata una domenica difficile, di nervosismo, di esasperazione, di programmi che saltano (come sempre), di stanchezza che chiamerebbe riposo ma non te lo puoi permettere, dei nostri tempi dilatati per portare a termine anche la cosa più semplice, come togliersi il pigiama e indossare una tuta, in cui serve tutta la pazienza del mondo per frenarsi e insegnargli a fare da solo.

lunedì 21 gennaio 2013

#saltalamerda



Nel sogno che ho fatto l'altra notte, ero in mezzo ad un campo e, tutto intorno a me, si estendeva, a perdita d'occhio, un'infinita distesa di cacca. Di mucca. 
Ce n'erano davvero troppe per essere un panorama realistico.
Sarebbe stato inquietante, se, alzato appena lo sguardo, non avessi scorto all'orizzonte, lontano lontano, un fiore, luminoso come la felicità. 
Senza dubbio dovevo coglierlo.
Mi sono messa a saltare, schivando qua e là, occhi fissi a terra, ma con il fiore nei pensieri, sentendomi affaticata, ma leggera.

domenica 13 gennaio 2013

La ricerca della felicità

Le vacanze natalizie e poi questo inizio anno sono stati lunghi, bellissimi, faticosi e parecchio parecchio sofferti.
Pare essere arrivato il tempo della consapevolezza, su tanti tanti aspetti della mia vita.
“Quindi, va tutto bene?”.
La risposta, per me che tendo sempre a minimizzare, a dissimulare le mie difficoltà, potrebbe essere: “Ma sì, dai, siamo un po' stanchi, ma abbiamo visto di peggio, non possiamo lamentarci!”.
Tutto vero.


C'è però una verità più profonda, più difficile da ammettere, più difficile anche da razionalizzare ed è stato complicato e un pochetto doloroso venirne a capo (ammesso che ci sia veramente riuscita).
Come già tante volte ho scritto, sono in un momento complesso della mia vita, in cui ho perso il controllo di tutto, delle cose pratiche e delle emozioni. E' un “momento” che però dura da settembre, un “momento” fatto di mesi, lunghissimo, estenuante. 
C'è la stanchezza fisica a cui è facile trovare una spiegazione già solo guardando Killò e che è aumentata dalla mia decisione irrevocabile di riorganizzare tutta la casa; c'è poi la stanchezza emotiva e un totale scombussolamento di cui invece è più complicato stanare le cause.

Mi sono chiesta, senza trovare risposte, come mai tutti questi problemi pratici si affollassero proprio in un periodo in cui mi sento fragile e molto più vulnerabile del solito, ma il nocciolo della questione è un altro.
Sono nel pieno di una tempesta di emozioni (belle e brutte), al punto che a volte mi sembra di annegare in un bicchier d'acqua e questa sovraesposizione di stati d'animo mi rende difficile tutto, anche ogni piccola cosa pratica.
Bella scoperta, vero? :)
La banalità di certe scoperte mi lascia allibita. Dovrei saperlo che le emozioni forti bruciano energie e che lo stato d'animo condiziona ogni aspetto della vita. Lo dico sempre, agli altri, alle persone che mi scrivono e che non riescono a perdonarsi i loro periodi di crisi, le loro debolezze, ma tendo a pensare, evidentemente, che non valga per me.
Queste riflessioni, che possono sembrare sconclusionate, sono state il frutto di un duro lavoro di introspezione e le condivido nella speranza che offrano uno spunto di riflessione anche a voi (specialmente alle due neo-mamme che mi hanno scritto in questi giorni). 
Le emozioni ci sono, anche quelle negative, quelle che non vorresti provare, quelle che ti vergogni di provare e bisogna accettarle, ascoltarle e cercare di capire cosa ci dicono.

Mi sono dovuta chiedere il motivo di tanta fragilità, di questa mia improvvisa vulnerabilità e ho dovuto scavare e scavare. 
Inizialmente ho pensato che fosse dovuto all'enorme (esagerato) investimento emotivo di cui ho caricato questo blog e specialmente quell'articolo su Killò, Gesù e i suoi occhiali (di cui forse tornerò a parlare). Questo è stato il primo punto di consapevolezza: io, che solitamente prendo distanza dalle cose, per molte ragioni e soprattutto per parare eventuali delusioni, non riesco a farlo qui, in rete. Non lo considero un bene.
Ho pensato poi che si legasse a tutti i sentimenti scatenati dalla recita di Killò e poi da quella di Biondazzurra, e da tante altre questioni personali, ma in fondo sentivo che me la stavo un po' raccontando.
In attesa di risposte che non trovavo, per contenere la frustrazione, mi sono data all'uncinetto compulsivo che è davvero un'ottima terapia. 
C'è voluto molto tempo, ho pianto, ho riso, ho gridato come una folle alle due pesti, ho riso a crepapelle con le amiche (sempre siano lodate), ho litigato e fatto pace con Matteo e poi, finalmente ho visto.
Tanti fattori stanno contribuendo a questo mio scombussolamento, ma il motivo più profondo di questa mia crisi è la mia dolce Biondazzurra (di cui su queste pagine, per scelta, non parlo molto). 
A settembre ha iniziato la scuola primaria e da allora, da quando abbiamo iniziato a svolgere i compiti per casa insieme, vorrei semplicemente strangolarla. I pomeriggi insieme sono diventati un incubo, e avevo forte l'impressione che creasse apposta problemi da aggiungere a quelli che già abbiamo. Forse ne parlerò diffusamente (forse no), ma in sostanza è questo il motivo scatenante di questo mio sbrocco emotivo.
Ci sono “momenti” in cui i nodi vengono al pettine, in cui ciò che non hai potuto o voluto risolvere in passato ti si ripresenta. Per dirla a modo mio, ci sono momenti in cui il tuo freezer interiore decide in autonomia (maledetto!) di scongelare un pezzettino della tua riserva di emozioni congelate.
Ma facciamola facile (e breve). 
Sapete qual'è l'argomento più scottante, quello che non sono ancora riuscita ad affrontare con me stessa e men che meno su queste pagine?

E' il rapporto fra fratelli e l'immensa responsabilità che noi lasceremo alla nostra piccola quando ce ne andremo; è la ricerca difficile di un equilibrio fra le attenzioni che dedichiamo quotidianamente all'uno e all'altra, è la consapevolezza che a lui ne servono di più ma lei non deve riceverne di meno.

Ho dovuto mettere in dubbio tutto, me stessa, il mio modo di essere mamma, i miei metodi, le mie convinzioni (e Matteo con me). Ho dovuto sospendere il giudizio e mettermi in ascolto, scavare in me, mentre spiavo lei e ogni sua mossa.
Ho dovuto uncinettare così tanto che rischio di imparare davvero.
Perché, se è fisiologica una certa gelosia fra fratelli, quando uno dei due ha bisogni speciali, come nel nostro caso, tu lo sai nel profondo che lei ha davvero motivi fondati di essere gelosa.
Anche Biondazzurra ha bisogni speciali. Le sue emozioni sono preziose, vanno rispettate e coltivate. 
E' dura ammettere che tutti i tuoi sforzi per dare attenzioni ad entrambe non sono serviti, che non hai fatto abbastanza. Non è facile mettersi in ascolto, abbandonando le proprie convinzioni e l'umano desiderio di sentirsi nel giusto, per abbracciare il dubbio del “forse sto sbagliando tutto”.
Il fatto è che le emozioni, proprie ed altrui, sono messaggi, ti parlano, anche se non si capisce nulla (come con Killò) e devi avere pazienza, darti il tempo di trovare una chiave di lettura.

Ci sto provando. 
E' devastante, mi toglie energia, mi scombussola. Mettersi a nudo vuol dire abbandonare le corazze  ed esporre tutta la propria vulnerabilità, vuol dire piangere di più, guardare negli occhi lo sconforto e poi rialzarsi.
E' l'unico modo. 

Per concludere questa riflessione, in cui i nessi logici non sono forse evidenti, voglio però specificare (a me stessa per prima) che, alla fine, tutto questo è solo un ostacolo sul percorso, probabilmente un guado necessario. Non è la fine del mondo, che è già avvenuta in dicembre ;)
E' l'inizio di un nuovo periodo, in cui alcuni problemi sono stati messi a fuoco e ora vanno affrontati, spero risolti.
E' la mia personale ricerca della felicità. Faticosa, ma necessaria.

Il sorriso c'è.
L'uncinetto pure.
Buon anno, alla ricerca della felicità.

martedì 17 luglio 2012

Mamma estiva e CAT

Sono un Teletubbies...
Nuvole, lampione....in un attimo mi trasformo: sono un Teletubbies. Scappo e vado nel praticello a ballonzolare facendo "ciao, ciao". Tante coccole e ciao.

Evasione.
Leggerezza.


Sono finite le scuole, i bimbi sono in vacanza, io sono diventata di nuovo una mamma a tempo pieno, disponibile 24 ore su 24.
Ho passato quindici giorni d'inferno, diciamolo.

lunedì 14 maggio 2012

Ladra di biciclette


Nel giorno della festa della mamma, siamo rimasti prigionieri in casa, in balia di due bambini indemoniati.
Dall'aspetto potevano sembrare i nostri figli, in tutto uguali a ciò che erano ieri e l'altro giorno ancora, ma già a colazione è stato chiaro che un qualche demone li aveva nottetempo posseduti. Risate troppo lunghe e forzate, pianti eccessivi e teatrali, toni della voce troppo alti, irrequietezza assoluta e sguardo di sfida: tutti segnali di un terribile cambiamento in atto.
Avevamo due bambini adorabili, ora abbiamo due vespe schizzofreniche.

mercoledì 9 maggio 2012

Autori Vari n.5: il coraggio di aprire gli occhi




Questa rubrica raccoglie parole: frasi scritte o sentite, frasi poetiche e buffe, frasi crudeli o solo stupide, che come unico denominatore hanno il fatto di essere state importanti per me.


Ho incontrato questo aforisma ai tempi dell'università e l'ho trovato perfetto: nella semplicità di una metafora si racchiude il senso che chiunque può decidere di dare alla propria vita.

giovedì 12 aprile 2012

La carinezza del pulcino finto.



Le vacanze pasquali, per fortuna, sono finite.
Sono stanchissima, esausta, forse anche un po' esaurita.
Cosa voglio ricordare di questi giorni? 
Ricorderò sicuramente la caccia alternativa alle uova, iniziata con determinazione e conclusa con un attacco di ridarola che ha contagiato anche Biondazzurra. Mi ricorderò di noi due, sedute per terra in bagno, ad asciugare i capelli finalmente puliti, fra risate innarestabili e sciocchezze dette con le lacrime agli occhi. 
Mi ricorderò la sua frase, prima di correre a giocare : "Mamma, i pidocchi non mi piacciono, ma ci siamo divertite tanto".
Vorrei correggerla, con un "ci siamo ANCHE divertite", per non sminuire la complessità dei sentimenti in gioco, ma la bionda è veloce, corre via, ci sono mille cose da fare.

lunedì 27 febbraio 2012

Ho fatto un altro mostro


Stamattina ho creato un altro mostro :)
Non è servito cucire nulla, è bastato spalmare. 
E' un mostro mangia Krapfen.

giovedì 19 gennaio 2012

Burlona anch'io!

Posted by Picasa


In questi giorni ho riflettuto molto, grazie agli spunti di un bel dibattito avviato ma soprattutto a causa delle tragiche notizie di cronaca.

C'è chi abbandona la nave, quando la nave affonda.
C'è chi non sente di avere una RESPONSABILITA' CIVILE E MORALE, ma c'è anche chi muore in nome di questo.

Nei pensieri posso perdermi; è l'azione che mi ancora alla realtà, che mi dà un modo di reagire e il “fare” mi fa sentire bene.
Tante volte mi sono tirata indietro perché mi è sembrato che ciò che io potevo veramente FARE, fosse una briciola nell'oceano, un apporto così minimo che non ne valeva la pena, che non avrebbe cambiato nulla.

venerdì 16 dicembre 2011

Strategie di sopravvivenza: il metodo Freezer



"Cuori gelati" di Biondazzurra, dicembre 2011, usando Sketchbook  su  iPhone del papà 

C'è una raffinatissima strategia di sopravvivenza che io uso da sempre, da molto prima di incontrare la Sindrome di Down sul mio cammino.
È il “metodo Freezer”.
Va usato solo in occasione di dolori profondissimi, extra-ordinari, per superare momenti altrimenti insuperabili. Non va mai usato nella quotidianità, per emozioni negative e piccole questioni e questo perché ci sono controindicazioni pesanti, che possono annientarti. A me viene spontaneo da sempre e la teorizzazione che ne faccio ora è possibile grazie ad anni e anni di dura applicazione e sperimentazione.

lunedì 5 dicembre 2011

La mia piscina

Posted by Picasa

È da quasi tre mesi che nel nostro piccolo giardino vedo una cosa che mi dà fastidio.
La vedo più volte al giorno, ogni volta che esco sul terrazzino per deporre l'immondizia nei bidoni, bidoncini, sacchi e sacchetti della nostra raccolta differenziata.
Sul terrazzino, che si trova appena fuori dalla cucina, non posso non vederla. Gli spazi non sono ampi, non posso girare lo sguardo.
Io so che, nel rialzare la testa, la vedrò, ma me ne ricordo nel momento stesso in cui sto per rialzarla questa testa: non ci penso prima, ma continuo a pensarci dopo.
Lei è lì e pare che mi guardi.

giovedì 17 novembre 2011

Strategie di sopravvivenza: cucire in pace


Le mamma che con me condividono la passione del cucito, lo sanno.
Può essere che tu senta il bisogno di dedicarti al tuo hobby, che tu sia particolarmente ispirata, che ci sia una cosetta che devi proprio finire.
Può essere anche che Qualcuno non sia d'accordo con questa tua idea, perché vuole giocare, cantare, toccare tutti gli attrezzi che compongono il tuo kit di cucito e vuole mangiarsi gli aghi.
Quando questo accade hai due scelte: o rinunci a cucire e basta, o provi a farlo, ma è probabile che, fra un urlo e l'altro, la cosa ti innervosisca e tu dia ai tuoi figli una brutta immagine di te :)
Voglio suggerirvi una terza scelta che ho scoperto per caso.
Un giorno, insieme ai miei due disturbatori, ho creato la ragnatela del ragno Giovanni.
L'idea è copiata pari pari da Mammafelice (vedi qui) e si tratta di un telaio da tessitura montessoriano.
Il miei scopi erano: far passare il pomeriggio, realizzare un giochino che andasse bene per entrambi i miei bimbi e trovare un modo divertente per far allenare Killò con la manualità fine.
In realtà, quando ho iniziato a fare il disegno, Biondazzurra si è inventata una storia molto carina che ha fatto diventare speciale questo giochino.
La storia è questa: il ragno Giovanni ha costruito la sua ragnatela, ma non stava bene, “si vede dagli occhi che ha il raffreddore”. Gli è venuta così cosi.
Chi lo può aiutare a rinforzare la ragnatela? Ma noiiii! :)) E via di tessitura....
E poi, la prima volta che ho tirato fuori il mio lavoro e mi sono seduta sul divano a ricamare, è successa una magia: Biondazzurra è corsa a prendere il telaio al grido di “Cucio anche io!”. E l'ha fatto, per almeno 20 minuti. A Killò ho dato il metro da sarta e del filo e questo è bastato.

In sintesi il mio consiglio è: passate un pomeriggio a creare il vostro telaio montessoriano (seguendo le istruzioni che trovate al link) e poi mettetevelo nel vostro cesto del cucito!!!
Non posso giurare che questa strategia di sopravvivenza funzionerà anche a casa vostra, ma si può tentare, no?


Peraltro con questo post provo a partecipare al mio primo contest, quello di Con il cuore e le mani, Aspettando insieme il Natale.
Uso le prime due parole:
buchi perché è evidente che il telaio ce li ha e dono perché, se funziona, è un bel regalo da fare.... a se stesse ;).
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