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mercoledì 5 marzo 2014
Tutti i giorni (il genio del male)
Li aspettiamo, con la cena pronta e i piatti già in tavola.
Un attimo di perfetto silenzio, rotto dalle due voci maschili della casa, che sopraggiungono dal bagno.
“Dai, veloce, facciamo pipì e laviamo le mani”.
“No, non ne ho voglia”.
Silenzio.
“Non le lavo mai più”.
lunedì 25 giugno 2012
La piscina dell'Amore
Con l’estate, qui, è arrivata anche una nuova piscina. È una piscina di gomma, di un azzurro blu identico a quello degli occhiali di Killó, ma di questo me ne sono resa conto dopo vari minuti, perchè il mio primo ed unico pensiero, quando l’ho vista, è che fosse enorme. Enorme, gigantesca, assolutamente sproporzionata rispetto al nostro piccolo giardino. È stato lui, Matteo, mio marito, sostenuto ed aiutato dai suoi due figli (che poi sarebbero anche i miei, ma solo quando si comportano bene). Questa piccola associazione a delinquere si è coalizzata e deve aver studiato il piano in ogni dettaglio, di nascosto, per poi passare all’azione in mia assenza.
lunedì 21 maggio 2012
Ho un sassolino nella scarpa
Ho un sassolino nella scarpa, che mi fa tanto tanto male, ohi!
Ti racconto una storia.
Il Signor Giuseppe è un brav'uomo e un gran lavoratore, conosciuto e rispettato nel suo paese, dove per tutti e da sempre è “El Bepi”.
Conosce la fatica lui, che lavora da quando era ancora ragazzino e che, all'età di suo figlio, “saltava i fossi per il lungo”.
venerdì 18 maggio 2012
Effetto Ventolin
Sto uscendo di corsa, in ritardo, ma la Bionda mi rincorre.
"Mammaaaa, ma ti sei fatta i puffi?".
giovedì 12 aprile 2012
La carinezza del pulcino finto.
Le vacanze pasquali, per fortuna, sono finite.
Sono stanchissima, esausta, forse anche un po' esaurita.
Cosa voglio ricordare di questi giorni?
Ricorderò sicuramente la caccia alternativa alle uova, iniziata con determinazione e conclusa con un attacco di ridarola che ha contagiato anche Biondazzurra. Mi ricorderò di noi due, sedute per terra in bagno, ad asciugare i capelli finalmente puliti, fra risate innarestabili e sciocchezze dette con le lacrime agli occhi.
Mi ricorderò la sua frase, prima di correre a giocare : "Mamma, i pidocchi non mi piacciono, ma ci siamo divertite tanto".
Vorrei correggerla, con un "ci siamo ANCHE divertite", per non sminuire la complessità dei sentimenti in gioco, ma la bionda è veloce, corre via, ci sono mille cose da fare.
giovedì 23 febbraio 2012
Ho fatto un mostro in pile
Qualche giorno fa scrivevo:
In realtà i punti sono stati molti di più, ma questa volta li ho fatti io, a mano e anche a macchina.
In tutto questo guazzabuglio di sentimenti ho sentito la necessità di fare qualcosa di concreto, di impegnare le mani per rallentare i pensieri.
Mi sono messa a cucire. E' la mia terapia.
Nel cucito si uniscono la fantasia e la concretezza, in un equilibrio perfetto, e a volte mi trovo a cucire per il solo piacere di farlo, per tastare la consistenza delle stoffe, per ammirare i mille colori dei fili da ricamo ed ascoltare il ronzio rassicurante della mia macchina da cucire...
domenica 29 gennaio 2012
Le Simonette !!
Lo Strano Concorso ha incoraggiato la nascita di tante Simonette ed è
il momento di organizzare una bella foto di gruppo, di tutte quelle
che sono nate fino ad ora.
Sono
18 bambole, create con un calzino, e cucite e vestite.
Mani
esperte e mani goffe si son mosse, mentre la fantasia illuminava un
momento creativo che abbiamo saputo ritagliarci; la gioia di tanti
bambini ha coronato un'impresa che a tante sembrava impossibile.
Abbiamo
giocato insieme, abbiamo riso e sorriso ad ogni nuova nascita,
abbiamo commentato, incoraggiato.
Mi
sono divertita molto a vedere le foto, a leggere le difficoltà che
voi, Negate per il cucito, avete affrontato con il sorriso, e
a notare la creatività delle Esperte, che si sono lanciate in
progetti più complessi.
Poi,
al di là di questa divisione in due categorie di abilità, ho visto
la bellezza e la ricchezza di significati che ognuna di queste
bambole porta con sé.
martedì 20 dicembre 2011
Il post non previsto
Vorrei
riuscire a pubblicare tutti i giorni, perché sento forte la
responsabilità di avere dei lettori. Se c'è chi legge, ci deve
essere chi scrive. Qui, pare strano, ma sono io.
Per
rispettare le mie fisse, deve essere qualcosa di fatto bene, non
perfetto ma che al mio concetto di perfezione tende.
Significati
profondi nascosti in cose piccole e quotidiane.
Costa
impegno, serve tempo. Oggi il mio impegno doveva essere dedicato ad
altro, il mio tempo pure.
martedì 22 novembre 2011
All'apparenza un calzino
È molto rassicurante
vedere l'immagine di un oggetto e capire immediatamente di cosa si
tratta.
Ti senti furba.
Così, basta guardare la
foto sopra per capire che si tratta di un calzino. Vi dirò di più:
è un calzino marrone, un tempo appartenuto ad un piede numero 45,
che stava abbandonato in un sacchetto insieme a molti, molti altri
calzini. Tutti bucati.
Quel sacchetto lo
conservo da tempo, ogni tanto aggiungo qualche altro pezzo alla
collezione, ma di buttarlo non se ne parla. Io lì dentro ci vedo
potenzialità inespresse.
Io e Biondazzurra, mia
aiuto sarta ufficiale, abbiamo infine scoperto la verità e ho
deciso, per tirare su il blog, di svelarla anche a voi: quello non è
un calzino bucato. Beh, non solo.
lunedì 21 novembre 2011
La storia di chi c'era
(Se tu non c'eri e vuoi capire di
cosa si parla, è meglio se prima leggi “Il post con la foto in fondo”).
![]() |
"La mamma che balla sull'erba", Biondazzurra, Maggio 2010, pennarelli su carta |
Capitava un giorno, fra
le colline veronesi, che ci fosse una donna fatta così, che si era
svegliata, aveva di corsa portato alla scuola materna la bionda
figlia e fosse tornata a casa dal suo biondo figlio raffreddato. La
chiameremo Barbara, per comodità.
Era un freddo venerdì di
novembre e sempre per comodità diremo che era venerdì scorso, il
18.
Questa Barbara aveva
aperto un blog da ben tre giorni e stava davanti al suo portatile,
pronta a scrivere il post del giorno. Il bambinello, che per comodità
chiameremo Killò, trotterellava in giro, in cerca di ispirazione
per qualche nuovo guaio da combinare.
Nottetempo la riccia
donna aveva deciso di scrivere un post di cucito, ma poi, alla luce
del giorno, l'idea non la convinceva più. Così, in attesa di una
decisione definitiva, con un occhio al pc e l'altro al pestifero
demonio piccolo, aveva cominciato a smanettare su Blogger,
aggiungendo un bel gadget di qua e uno di là, porconando con
Facebook, togliendo il gadget che all'improvviso era diventato brutto
e via così.
Nel frattempo Killò, che
aveva trasportato sul divano una quantità impressionante di libri di
Barbapapà, se ne stava seduto con l'occhio lacrimante e il
moccoletto giallo, intento a sfogliare quelle pagine così sottili
che girarle è un'impresa. E all'improvviso, aveva guardato la sua
mamma e le aveva fatto il sorriso più bello del mondo, salutando
anche con la manina cicciotta e sporca di pennarello blu.
Barbara continuava a
smanettare, seduta al tavolo, quand'ecco che una voce, forte e
chiara, aveva parlato. La voce veniva da dentro e forse era più un
pensiero, resta il fatto che Barbara quella voce ultimamente la
sentiva spesso e la conosceva. L'aveva battezzata “Oltre Babo”,
riconoscendo che era una parte di sé che sembrava oltrepassare tutto
ciò che lei era stata.
La
voce, beffarda, aveva scandito: “Stai temporeggiando”.
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